La divina commedia - parafrasi canto per canto

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gonzalone17
view post Posted on 30/1/2011, 22:47




La Divina Commedia



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Dante Alighieri scrisse La Divina Commedia perchè tutti la potessero leggere... grazie a MediaSoft questo oggi è possibile con un semplice click del mouse! Per ogni canto inoltre è stata inserita la relativa rappresentazione scelta tra quelle realizzate da Botticelli, Dorè, Zuccari, Signorelli, Cimabue, Delacroix, Jager e Blacke.





La Divina Commedia consta di più di quattordicimila (esattamente 14.233) endecasillabi, distribuiti in cento canti di oscillante ampiezza (da un minimo di 115 a un massimo di 160 versi), raggruppati in tre cantiche quantitativamente prossime:

-l'Inferno composto di 34 canti (il primo è introduttivo all'intero poema), in totale 4720 versi;

- il Purgatorio di 33 canti per una somma di 4755 versi;

-il Paradiso di 33 canti con 4758 versi in tutto.


L'opera. Come appare già da questi dati numerici, una struttura simmetrica governa, anche nella sceneggiatura formale dei versi (tendenti ad aumentare via via di cantica in cantica), la costruzione del poema, garantendogli un'architettura unitaria. Le corrispondenze strutturali e distributive, attuate secondo un coerente e saldo piano che salva insieme la individualità e la molteplicità della raffigurazione, poggiano su costanti numeriche, precisamente sul 3 e sul 10, opportunamente moltiplicati già nella distribuzione dei canti in ciascuna cantica.

La concezione scientifico-fantastica del mondo dell'oltretomba e dell'ordinamento etico obbediente a leggi precise e coerenti,
ha come risultato un ordine formale che si concretizza nella terzina a rima incatenata, strumento basilare dell'orchestrazione espressiva delle tre cantiche.

Dante non collocò esplicitamente nel tempo il suo viaggio ultraterreno, ma è tuttavia possibile dedurre i dati cronologici da alcuni indizi disseminati qua e là nel testo, che si chiariscono vicendevolmente.


L'anno
In Inf. I,1, il poeta afferma di essersi smarrito nella "selva oscura" , "nel mezzo del cammin" della sua vita, cioè intorno ai 35 anni, poichè, sulla scorta di un passo biblico, egli considerava la durata media della vita in 70 anni.
Essendo il poeta nato nel 1265, l'anno del viaggio deve quindi collocarsi nel 1300.

Il 1300 era una data di singolari coincidenze.

L'intima correlazione fra le realtà sensibili e fra queste ed il Creatore era uno dei cardini del pensiero medioevale, così affascinato dalle corrispondenze evidenti da cercarne altre più nascoste.

L'anno del Giubileo, dell'espiazione e del perdono per tutta l'umanità, bandito da papa Bonifacio VIII, si accorda alla personale vicenda di redenzione del poeta.
Il traviamento di Dante, il suo allontanamento dall'ortodossia nella fede e dall'ideale dell'amor cortese in poesia, dovette collocarsi sul finire del secolo XIII.
Che la redenzione sia avvenuta proprio nel 1300 non è possibile sapere, tuttavia questa data coincide, e non certo casualmente, con il primo anno del secolo nuovo.
Ogni passaggio di secolo, infatti, ha portato con sè la paura per una fine imminente, un'ansia di rinnovamento ed una conseguente sensazione di rinascita.

E' da ricordare, inoltre, che il Giubileo, o Anno Santo, si celebra in quegli anni in cui il giorno di S. Giacomo Maggiore, il 25 luglio, cade di domenica, e Dante accoglie pienamente l'interpretazione dei Padri della Chiesa, che vedevano in Giacomo la figurazione della virtù teologale della speranza ("la spene ... / che tante fiate la figuri" Pd. XXV, 31-32).

Un'ultima conferma alla collocazione nel 1300 del "viaggio" dantesco può essere rintracciata nel colloquio con Cavalcante de' Cavalcanti (Inf. X).
Nel 1300 Dante ricopriva la carica di Priore e proprio in quell'anno dovette firmare, con la morte nel cuore, la condanna all'esilio dell'amico Guido Cavalcanti.
Guido, che apparteneva ad una famiglia di antica nobiltà, non potè accedere alle cariche pubbliche, ma prese ugualmente parte alle vicende politiche della città, a volte in modo vivacemente sopra le righe. Quando, nel 1300, scoppiarono ancora una volta gravi disordini in città, venne esiliato a Sarzana, probabilmente già malato. Poco dopo, infatti, l'esilio venne revocato e Guido morì a Firenze all'inizio dell'autunno del 1300.
Nella Commedia, Dante lo dice ancor vivo e questo dato introduce anche la controversia sul giorno d'inizio del "viaggio".


Il giorno
In Inf. I, 37-40 Dante specifica le circostanze dell'apparire della lonza, la prima delle tre fiere della selva oscura: sono le prime ore del mattino ed il sole, afferma il poeta, sta sorgendo nella costellazione dell'Ariete.
Il viaggio di Dante è quindi da collocare nel tempo dell'equinozio di primavera, quando il sole sorge e tramonta alla stessa ora in tutti i luoghi della terra e segna il momento climatico della rinascita della natura.

Era, inoltre, opinione comune nel Medioevo che i sei giorni della creazione del mondo fossero culminati proprio con l'equinozio di primavera, così come la parabola terrena di Cristo, dall'incarnazione alla morte, che segna la rinascita dell'umanità dal buio del peccato, fosse compresa fra due equinozi di primavera.

La notizia fornita nel canto I trova un preciso riscontro nel canto XXI dell'Inferno.
Ai vv. 112-114 il diavolo Malacoda afferma che i ponti che collegano le bolge del cerchio VIII crollarono al momento della morte di Cristo, esattamente "mille dugento con sessanta sei / anni" e cinque ore prima del colloquio tra il diavolo stesso ed i due pellegrini.

Si riteneva comunemente nel Medioevo che Cristo fosse morto al compiersi dei 34 anni dall'incarnazione, fissata per induzione, a partire dalla tradizionale data della natività (25 dicembre), al 25 marzo, data vicina, e non certo per casuale coincidenza, all'equinozio di primavera.
Questa informazione non solo conferma l'anno del viaggio al 1300, ma offre uno spunto per individuarne il giorno di inizio.

Bisogna, inoltre, ricordare che nel corso del Medioevo non era consuetudine iniziare a contare i giorni dell'anno dal primo giorno di gennaio.
I documenti notarili tramandano diversi criteri di datazione, di cui i più comuni sono la datazione "ab nativitade", cioè a partire dal 25 dicembre, e la datazione "ab incarnatione" cioè a partire dal 25 marzo.
Il comune fiorentino, fra XIII e XIV secolo, preferiva questo secondo parametro.
In base ai dati ora esposti è possibile dedurre che lo smarrimento di Dante nella "selva oscura" ebbe luogo il 25 marzo 1300, che a Firenze, era anche il primo giorno del nuovo anno e del nuovo secolo.

Lo stesso passo dell'Inferno, tuttavia, potrebbe suffragare l'ipotesi che Dante intendesse riferirsi, facendo coincidere la data dell'inizio del viaggio con il giorno della morte di Cristo, non al tradizionale 25 marzo ma al Venerdì Santo, che nel 1300, cadde l'8 aprile.


L'ora
Il viaggio di Dante nei tre regni oltremondani copre un arco di sette giorni, con palese riferimento ai biblici sette giorni della creazione del mondo.
Dante si smarrisce nella "selva oscura" sul far della notte e da essa riesce ad emergere alle prime luci dell'alba.


1° giorno: "Dal principio del mattino" (Inf. I, 37), alle 6 circa, Dante incontra la lonza, la prima delle tre fiere, ed al "cader della notte" (Inf. II,1) inizia il viaggio con Virgilio, per giungere a mezzanotte nel cerchio IV (VII, 98).

2° giorno: Alle 7 del mattino il poeta parla con il diavolo Malacoda (cerchio VIII, bolgia 5).
Egli afferma che il loro colloquio si svolge "mille dugento con sessanta sei / anni" e cinque ore esatte dopo la morte di Cristo, che sulla scorta del Vangelo di Luca, Dante sapeva essere avvenuta all'ora sesta, cioè a mezzogiorno.
All'una circa si trova nella bolgia 9 ed al tramonto giunge al centro della terra.

3° giorno: Nelle primissime ore del terzo giorno Dante e Virgilio passano il centro della terra e, percorsa la "natural burella", si trovano sulla spiaggia del Purgatorio per vedere apparire, contro il cielo soffuso dell'alba, l'Angelo che traghetta le anime dei purganti.
Al declinare del giorno Dante si trova nell'Antipurgatorio e per tutta la notte sosta nella Valletta dei principi.

4° giorno: All'alba del quarto giorno inizia l'ascesa del monte del Purgatorio che si ferma con il cader della luce prima della salita alla quarta cornice.

5° giorno: Dall'alba al tramonto del quinto giorno il poeta sale dalla quarta alla settima cornice del Purgatorio ed a sera si ferma con Virgilio e Stazio a riposare prima di salire al Paradiso Terrestre.

6° giorno: Dall'alba al mezzogiorno Dante sosta nel Paradiso Terrestre, dove compie i riti che lo rendono "puro e disposto a salire a le stelle" (Pg. XXXIII, 145).

7° giorno: Dal mezzogiorno del sesto giorno al mezzogiorno del settimo si compie l'ascesa di Dante dal Primo Cielo alla visione di Dio con la quale termina il viaggio.






INFERNO
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I CANTO - Proemio: la selva oscura - il colle - le tre fiere - apparizione di Virgilio - il veltro - inizio del viaggio
II CANTO - Proemio: invocazione - incertezza di Dante - conforto di Virgilio - Dante rinfrancato segue Virgilio
III CANTO - Antinferno: la porta dell'Inferno - gli ignavi: il gran rifiuto - Pilato? - Celestino V? - Caronte - L'increato
IV CANTO - Cerchio primo: il Regno Minerale dopo l'Increato - Regno Vegetale - Dante e Virgilio incontrano i sommi poeti antichi - il nobile castello degli spiriti magni
V CANTO - Cerchio secondo: Minosse - Francesca da Rimini e Paolo Malatesta - La violenta bufera
VI CANTO - Cerchio terzo: golosi - Cerbero - le anime dei golosi - Ciacco e la sua profezia - Virgilio parla del Giudizio universale

VII CANTO - Cerchio quarto: La ridda degli avari e degli spreconi - Virgilio spiega cosa sia la fortuna - Lo Stige - La belletta negra
VIII CANTO - Cerchio quinto: iracondi e accidiosi - Flegiàs; traversata dello Stige - Filippo Argenti - la città di Dite
IX CANTO - All'entrata della città di Dite - paura di Dante - le tre Furie - l'intervento del messo celeste
Cerchio sesto: eretici - Gli eretici giacciono entro tombe infuocate

X CANTO - Cerchio sesto: eretici - Farinata degli Uberti e Cavalcante de' Cavalcanti
XI CANTO - Cerchio sesto: eretici - Dante e Virgilio sostano presso l'avello di papa Anastasio II
XII CANTO - Cerchio settimo: violenti
Girone primo: violenti contro il prossimo nella persona e negli averi - il Minotauro - Flegetonte - i centauri - tiranni, omicidi, assassini e ladroni
I violenti contro il prossimo sono immersi nel Flegetonte e vengono saettati dai centauri

XIII CANTO - Cerchio settimo: violenti
XIV CANTO - Cerchio settimo: violenti
XV CANTO - Cerchio settimo: violenti Girone terzo: violenti contro Dio nella natura (sodomiti) - Brunetto Latini - altri sodomiti della schiera di ser Brunetto I sodomiti devono correre divisi in schiere sotto la pioggia di fuoco
XVI CANTO - Cerchio settimo: violenti Girone terzo: sodomiti - Guido Guerra - Tegghiaio Aldobrandi - Jacopo Rusticucci - la cascata del Flegetonte - Virgilio getta nell'abisso la corda di Dante - ascesa di Gerione
XVII CANTO - Cerchio settimo: violenti Girone terzo: violenti contro Dio nella natura (sodomiti) e nell'arte (usurai) - Gerione - gli usurai - discesa al cerchio ottavo in groppa a Gerione Gli usurai siedono sotto la pioggia di fuoco
XVIII CANTO - Cerchio ottavo: fraudolenti Bolgia prima: ruffiani e seduttori - Venedico Caccianemico - Giasone Bolgia seconda: adulatori - Alessio Interminelli - Taide

XIX CANTO - Cerchio ottavo: fraudolenti Bolgia terza: simoniaci - papa Niccolò III - invettiva di Dante contro i papi simoniaci
XX CANTO - Cerchio ottavo: fraudolenti - divulgatori del falso - dogmatizzatori di Divin concetti Bolgia quarta: Anfiarao - Tiresia - Manto - Virgilio parla dell'origine di Mantiva - Euripilo -Michele Scotti ed altri
XXI CANTO - Cerchio ottavo: fraudolenti Bolgia quinta: barattieri - la fossa di pece bollente - un anziano lucchese - i Malebranche - Virgilio e Malacoda - Dante e Virgilio scortati da dieci diavoli
XXII CANTO - Cerchio ottavo: fraudolenti Bolgia quinta: barattieri - Ciampolo di Navarra - zuffa di diavoli - Dante e Virgilio proseguono i cammino senza la scorta dei diavoli
XXIII CANTO - Cerchio ottavo: fraudolenti
Bolgia sesta: ipocriti - Dante e Virgilio inseguiti dai Malebranche - entrata nella sesta bolgia - gli ipocriti e le loro cappe rance - i frati godenti Catalano e Loderingo - Caifa - il ponte rotto

XXIV CANTO - Cerchio ottavo: fraudolenti
Bolgia settima: profezia di Virgilio - faticosa salita di Dante e Virgilio sull'argine e ripresa del cammino sul ponte della settima bolgia - i ladri e la terribile stipa di serpenti - Vanni Fucci e la sua profezia

XXV CANTO - Cerchio ottavo: fraudolenti
Bolgia settima: ladri - Vanni Fucci - il centauro Caco - le metamorfosi di cinque fiorentini: Agnello Brunelleschi, Buoso Donati, Puccio Sciancato, Cianfa Donati e Francesco Cavalcanti

XXVI CANTO - Cerchio ottavo: fraudolenti
Bolgia ottava: consiglieri fraudolenti - apostrofe di Dante contro Firenze - salita sul ponte dell'ottava bolgia - le fiamme dell'ottava bolgia - Ulisse e Diomede - Ercole

XXVII CANTO - Cerchio ottavo: fraudolenti
Bolgia ottava: consiglieri fraudolenti - Guido da Montefeltro - Malatestini - Bonifacio VIII

XXVIII CANTO - Cerchio ottavo: fraudolenti
Bolgia nona: seminatori di discordie - Maometto e Alì - Pier da Medicina - il tribuno Curione - Mosca de' Lamberti - Bertran dal Bornio

XXIX CANTO - Cerchio ottavo: fraudolenti
Bolgia nona: seminatori di discordie - Geri del Bello
Bolgia decima: falsari - i falsari di metalli (alchimisti): Griffolino e Capocchio

XXX CANTO - Cerchio ottavo: fraudolenti
Bolgia decima: falsari - i falsari di persona: Gianni Schicchi e Mirra - i falsari di moneta: maestro Adamo - i falsari di parola: la moglie di Putifarre e Sinone - baruffa tra Sinone e maestro Adamo - Dante rimproverato da Virgilio

XXXI CANTO - Tra l'ottavo e il nono cerchio - il pozzo dei Giganti - Nembrot, Fialte, Anteo - Dante e Virgilio sono calati da Anteo al nono cerchio
XXXII CANTO - Cerchio nono: traditori
Zona prima: Caina - i conti degli Alberti, Mordrec, Focaccia de' Cancellieri, Sassol, Mascheroni, Camicione de' Pazzi
Zona seconda: Antenora - Bocca degli Abati, Buoso da Duera, Tesauro de' Beccheria, Gianni de' Soldanieri, Gano, Tebaldello Zambiasi, il conte Ugolino e l'arcivescovo Ruggeri

XXXIII CANTO - Cerchio nono: traditori
Zona seconda: Antenora - il conte Ugolino e l'arcivescovo Ruggeri - apostrofe di Dante contro Pisa
Zona terza: Tolomea - frate Alberigo, Branca Doria

XXXIV CANTO - Cerchio nono: traditori
Zona quarta: Giudecca - Lucifero - Giuda, Bruto e Cassio - Virgilio e Dante scendono lungo i fianchi villosi di Lucifero confitto nel centro della Terra, oltrepassato il quale risalgono per uno stretto passaggio - "E quindi uscimmo a riveder le stelle"


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