Pjanic, il baby-talento del Lione che ha steso il Real

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view post Posted on 15/3/2010, 19:03
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ROMA, 15 marzo - Ha sbriciolato il Real Madrid, il club dei galattici e degli investimenti strabilianti: l’ha sbattuto fuori dalla Champions League bruciando come carta velina i 161 milioni di euro spesi in estate dal presidente Florentino Perez per Cristiano Ronaldo (94) e Kakà (67). Miralem Pjanic, con il suo gol d’autore, ha divorato in una notte tutte le ambizioni speciali del Real, ha lasciato senza parole i tifosi del Santiago Bernabeu, ha consegnato all’Olympique Lione la qualificazione ai quarti di finale e ha dimostrato che il calcio, in fondo, può ancora regalare colpi di scena. I soldi contano, ma i fuochi d’artificio e le sorprese sono sempre dietro l’angolo. A stravolgere le certezze del Real e a segnare il destino del cileno Manuel Pellegrini sulla panchina dei bianchi - a fine stagione, come scrivono i giornali spagnoli, l’allenatore sarà licenziato e potrebbe essere sostituito da Josè Mourinho - è stato un giovane centrocampista.

FANTASISTA - Pjanic deve ancora compiere vent’anni, è un fantasista, un numero dieci, che si adatta a giocare nel ruolo di mezzala. Si muove con eleganza, ha un dribbling stretto e velenoso, prende d’infilata i suoi marcatori, allarga la manovra con lanci perfetti, ha rapidità di gambe e di pensiero, smista tanti palloni sulle fasce. Può muoversi alle spalle degli attaccanti, oppure in appoggio a un’unica punta: ha un istinto speciale per gli assist, pesca il compagno con passaggi filtranti, di prima, così come ha dimostrato di poter agire con disinvoltura sulla linea dei centrocampisti, con compiti da play-maker. E’ nato il 2 aprile del 1990 in Bosnia-Erzegovina, a Zvornik, ma è cresciuto e ha cominciato la carriera in Lussemburgo, con la maglia dello Schifflange, prima di sbarcare in Francia. E’ arrivato al Metz nel 2004 e tre anni più tardi, il 29 agosto del 2007, ha debuttato in Ligue 1 (0-1 in casa con il Bordeaux). Il tecnico Francis De Taddeo l’ha inserito presto nel blocco dei titolari e in pochi mesi, nonostante una stagione contrassegnata dalla retrocessione della sua squadra, Pjanic è diventato uno dei talenti più apprezzati del campionato e ha realizzato anche quattro gol (contro il Sochaux, il Nizza, il Lens e il Le Mans). Il Lione ha speso dieci milioni di euro per il suo cartellino: operazione conclusa il 6 giugno del 2008.

MATURAZIONE - Pjanic ha tre passaporti: bosniaco, lussemburghese e francese. Nel suo primo anno a Lione ha continuato a crescere dietro le quinte: per proteggerlo e aiutarlo a superare l’impatto con una realtà differente da quella che aveva conosciuto in precedenza, l’allenatore Claude Puel l’ha lanciato nella mischia in modo graduale. Venti presenze nello scorso torneo, ma soltanto quattro da titolare. Un breve e prezioso apprendistato che gli ha permesso quest’anno di entrare sul palcoscenico da protagonista, con maggiore maturità e piena consapevolezza nelle proprie risorse. Pjanic è stato utilizzato in Ligue 1 da Puel ventisette volte (in ventotto giornate) e ha realizzato tre gol (all’Auxerre, al Marsiglia in uno spettacolare 5-5 e al Boulogne). Ma il centrocampista, che ha scelto di indossare la maglia della nazionale bosniaca dopo aver disputato i campionati Europei Under 19 con il Lussemburgo, si è fatto notare soprattutto in Champions League. Dieci presenze e cinque gol: ha colpito la prima volta nel preliminare d’andata con l’Anderlecht, si è ripetuto più avanti - nella fase a gironi - contro la Fiorentina e due volte con il Debrecen. Ma la perla più bella risale alla splendida serata del Bernabeu, lo scorso 10 marzo, quando ha distrutto i sogni del Real Madrid, firmando l’1-1 dopo l’assist dell’argentino Lisandro Lopez. Un risultato che ha spalancato al Lione le porte dei quarti di finale, considerando che nella prima sfida con gli spagnoli la squadra di Puel si era imposta per 1-0 grazie a una rete di Makoun.

IL RUOLO - Pjanic si muove di solito sul centro sinistra in un 4-3-2-1: gioca sulla linea dei mediani Jeremy Toulalan (’83) e Jean Makoun (’83), ma ha la libertà di avanzare e di provare l’inserimento in area di rigore. E’ lui che deve costruire la manovra e innescare il movimento degli esterni, Sidney Govou (’79) e Cesar Delgado (’81), alle spalle di Lisandro Lopez, 27 anni, 12 gol in campionato, arrivato in estate a Lione dopo quattro stagioni e altrettanti scudetti vinti nel Porto. Pjanic ha una tecnica cristallina e un repertorio completo: quando accelera mette in crisi i suoi avversari, ma non è un accentratore, non punta soltanto sulla sua classe. Fa correre il pallone, è ordinato e generoso, lavora per migliorare anche nei movimenti difensivi. Pjanic ha qualche lato in comune con Pirlo: ha iniziato da trequartista, ma arretrando di qualche metro il suo raggio d’azione ha dimostrato di poter diventare un punto di riferimento, una guida importante, per i suoi compagni. E anche in nazionale, nella Bosnia Erzegovina del ct Safet Susic, è salito alla ribalta: nell’ultima amichevole, disputata a Sarajevo il 3 marzo, Pjanic ha deciso la sfida con il Ghana di Muntari e Asamoah, firmando il 2-1. Ha dato spettacolo ed è uscito dallo stadio fra gli applausi. Brillante l’intesa con Vedad Ibisevic, 25 anni, 27 gol con l’Hoffenheim nell’ultimo campionato e mezzo, ed Edin Dzeko, 23 anni, corteggiato a lungo dal Milan, autore di 41reti in 58 partite con il Wolfsburg in Bundesliga.

Fonte: Corriere dello Sport
 
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